Una delle tante giornate di pioggia che per fortuna e finalmente sono arrivate dopo tantissimo tempo di nebbie.
A me queste giornate mettono un po’ di malinconia, soprattutto quando le festività sono appena passate, l’ albero e gli adobbi natalizi sono stati riposti nel garage, le luci esterne dei terrazzi e dei giardini si sono spente del tutto…
Ecco, proprio in questi momenti, mi si accendo all’ improvviso dei ricordi, ricordi più disparati archiviati nei cassetti della memoria ma che improvvisamente si riaprono portandoli vivi e ravvicinati anche se accaduti anni fa.
Mi sono ritornati in mente i primi “approcci medici” quando cercavamo un bambino, i ricordi legati ai vari cicli per la fecondazione assistita, un’ avventura finita bene, la prima ecografia e quella piccola luce pulsante che significava la vita nel grembo di Cristina…
Ma anche le bellissime amicizie nate negli anni, dei nostri vicini di casa che ci sono stati accanto quando le cose sembravano prendere una brutta piega per la nostra futura bimba…
Le corse al Pronto Soccorso del primo periodo di gravidanza quando sembrava ci dicesse “Io sono qui e non mollo!! Non preoccupatevi!!”
L’ immensa gioia della nascita e lo sconforto del primo impatto con la realtà…
Le tante persone conosciute per merito di quel cromosoma in più, persone che sanno guardare con gli occhi del cuore e non con quelli della compassione…
Io che da giovane volevo fare il cardiochirurgo pediatrico mi sono trovato ad affrontare da genitore un’ operazione al cuore di mia figlia a tre mesi e mezzo…
Tutto questo mentre Maria sta crescendo come la gioia dentro di me, l’ orgoglio e la soddisfazione di sentirmi chiamare quando sono a casa come se fossero mesi che non mi vede.
E’ un periodo che alla mattina si sveglia presto (a volte troppo presto..) e con la sua vocina quando arriva al bordo del nostro letto ti susussurra “Posso salire?” per poi riprendere sonno…
Anche questa mattina è successo e in mezzo a noi due me la guardavo, con quegli occhietti chiusi e quella manina davanti alla bocca (posizione che ha sempre avuto anche nella pancia della mamma), sentivo il suo respiro vicino al mio viso e mi riempiva di serenità e di tranquillità!
E’ mia figlia, la mia figlia! Non mi stancherò mai di dirlo…vorrei gridarlo al mondo!
Poi i ricordi come sono comparsi si fanno da parte e lasciano il posto al presente.
Un presente che ultimamente sembra aver accelerato il passo, figlio probabilmente di un lungo periodo di consolidamento e di presa coscienza delle proprie competenze.
Questo è crescere, diventare grandi…e dietro l’ angolo, ancora un po’ lontano ma non troppo, c’è una nuova scelta da fare, la scuola primaria che bussa alla nostra porta…